Cos’è la Business Intelligence
Con l’avvento dei moderni device quali pc, smartphone, tablet, della domotica e della robotica, l’informatica è entrata prepotentemente nella vita e nel lessico di tutti i giorni.
Nello slang informatico, un BI-ista è quello sviluppatore software che si occupa di una branca specifica dell’informatica, ovvero la Business Intelligence (o BI).
Hans Peter Luhn, ricercatore di IBM, usò per la prima volta il termine Business Intelligence in un articolo pubblicato nel 1958 e utilizzò la definizione di intelligenza del Webster’s Dictionary: “la capacità di comprendere le interrelazioni dei fatti presentati in modo tale da guidare l’azione verso un obiettivo desiderato“.
Oggi possiamo accogliere come definizione aggiornata di Business Intelligence quella proposta da Wikipedia:
“La Business Intelligence (BI) consiste in strategie e tecnologie utilizzate dalle imprese per l’analisi dei dati e la gestione delle informazioni aziendali. Le funzioni comuni delle tecnologie di BI includono reporting, elaborazione analitica online, analisi, sviluppo di dashboard, data mining, process mining, elaborazione di eventi complessi, gestione delle prestazioni aziendali, benchmarking, text mining, analisi predittiva e analitica prescrittiva”.
Come spesso accade nel modo informatico, le teorie vengono poi messe in pratica dai software cosiddetti vendor – Microsoft, IBM, Oracle per citarne alcuni – che propongono soluzioni idonee a rispondere a specifiche necessità.
N.B. in quanto Microsoft Partner, ci focalizzeremo per il resto di questo articolo sulle tecnologie Microsoft che sono alla base del nostro core business.
Il BI-ista prima dell’avvento del Cloud
Microsoft irruppe in questo mondo nel 1985 rilasciando il tool di BI per eccellenza: Excel, che ancora oggi rappresenta uno strumento fondamentale per la guida di milioni di aziende in tutto il mondo.
Nei 40 anni successi, diversi tool verranno resi disponibili dal colosso di Redmond, dapprima inclusi nella suite SQL Server (Analysis Services), poi come add-on di Excel (Power Pivot e Power View) ed infine come software completamente autonomi, Power BI.
Ciascuno di questi software consentiva (e tutt’oggi consente) di sviluppare applicazioni di BI permettendo a chiunque l’abbia fatto di considerarsi un BI-ista.
Ma al cambiare delle tecnologie, ogni informatico – ed il BI-ista non fa eccezione – deve aggiornarsi ed essere sempre in grado di rispondere alle necessità di un mercato dinamico, veloce e sempre più esigente.
Il moderno BI-sta: la ricetta per un ottimo risultato
Sempre aggiornati
Nell’ultimo decennio, l’ascesa del Cloud ha accelerato notevolmente l’evoluzione tecnologica, fino al punto che i software vengono rilasciati, patchati e perfezionati a ritmi elevatissimi: ciò che viene considerato il non plus ultra oggi potrebbe essere obsoleto già dopo pochi mesi.
Rimanere al passo con i nuovi ritmi della tecnologia è sicuramente una delle sfide più importanti e ambiziose per un moderno consulente di BI. Basti pensare che Power BI (prodotto di punta di Microsoft in ambito BI) ha un ciclo di rilasci mensile al cui interno troviamo decine di feature nuove, appunto, ogni 30 giorni!
Per il mondo dei partner Microsoft le certificazioni sono sicuramente un buon punto di partenza per costruire una solida base di skills da implementare grazie a lavoro, passione e curiosità.
Capacità critica
Il Cloud ha permesso ai grandi player di sviluppare e rilasciare software a grande velocità e di testarne la bontà direttamente sul mercato: se i prodotti riscuotono un buon successo, vengono ulteriormente sviluppati ed implementati, ma in caso contrario, possono anche essere bloccati e ritirati (un esempio su tutti la parabola di Azure Data Lake Analytics e U-SQL, terminata con il suo ritiro nel febbraio 2024).
Senza mai abbandonare entusiasmo e passione, il moderno BI-ista deve coltivare anche una notevole capacità critica di giudizio sulle novità tecnologiche, analizzandole in profondità per scovarne punti di forza e debolezza da sfruttare al meglio e secondo le necessità dei clienti. Dove possibile, diventa cruciale identificare la roadmap dei prodotti proposti ai propri clienti per garantire adozioni di più ampio respiro.
Dall’hardware al software
Nel mondo pre-Cloud, il BI-ista era spesso “relegato” all’interno di installazioni SQL Server dove utilizzava tecnologie come SSIS (SQL Server Integration Services), SSRS e SSAS per lo sviluppo delle proprie applicazioni.
Oggi invece, la progressiva “smaterializzazione delle soluzioni”, l’allontanamento dall’hardware e le macchine sempre meno visibili hanno portato il lavoro del consulente BI più a livello software che hardware, dimenticando spesso ciò che si cela al di sotto dei SaaS (Software as a Service).
In questo periodo di transizione da On-premises a Cloud, molte realtà aziendali non sono ancora riuscite a dotarsi e/o formare un team di persone in pieno controllo su tutte queste nuove tecnologie.
Tuttavia, “Cloud happens”, e, volenti o nolenti, i reparti IT si trovano ad implementare soluzioni di BI (o Data Analytics) in Cloud. In quanto esperto dati, il moderno BI-ista deve essere pronto a intervenire anche su questioni che esulano dalle sue normali mansioni.
Inoltre, già in passato, il BI-ista lavorava su tecnologie diverse, che ora però possono appartenere anche a software differenti (ETL/ELT in Data Factory e reportistica in Power BI), o addirittura a Cloud differenti (trasformazione in Databricks e datawarehousing in Snowflake).
Sicurezza e Data Governance
In un mondo di Cloud e network complessi, soprattutto in fase di disegno architetturale, il BI-ista deve comprendere la topologia di rete delle varie componenti per garantirne una corretta connessione e che il progetto sia future-proof e sicuro.
Inoltre, con progetti sempre più grandi e con necessità di sicurezza e privacy sempre maggiori, non è raro che il BI-ista si trovi coinvolto anche in discussioni che riguardano questi temi e, più in generale, a parlare di Data Governance.
Per Governance dei dati si intende la raccolta di processi, politiche, ruoli, metriche e standard che garantiscono un uso efficace ed efficiente delle informazioni. Questo aiuta anche a stabilire processi di Data Management che li mantengano protetti, privati, accurati e utilizzabili per tutto il loro ciclo di vita. Una solida strategia di Data Governance è fondamentale per qualsiasi organizzazione che utilizzi i dati per guidare la crescita del business, migliorare il processo decisionale e garantire risultati di successo in un mercato competitivo. Quando si raccolgono grandi quantità di dati interni ed esterni, è necessario disporre di una strategia che ne gestisca i rischi, riduca i costi e realizzi efficacemente gli obiettivi aziendali.
Dunque, la gestione della Data Governance in un’azienda dovrebbe essere gestista da un team dedicato e non delegata ad un BI-ista (basti pensare, per esempio, che il tool indicato da Microsoft a questa specifica necessità è Microsoft Purview, che può sì comunicare con altri tool usati dai BI-isti – Power BI, Azure SQL, Fabric ecc… – ma rimane trasversale all’interno del tenant e non direttamente collegato ad essi), ma le organizzazioni – soprattutto le PMI che caratterizzano il tessuto economico italiano – non hanno ancora la possibilità economica e di competenze interne per poter scindere le due figure e garantire, affidabilità su entrambi i fronti.
Microsoft Fabric
La sfida più recente per i BI-isti Microsoft di tutto il mondo è sicuramente il rilascio di Microsoft Fabric.
Microsoft Fabric è una piattaforma di dati e analisi end-to-end progettata per le aziende che richiedono una soluzione unificata. Include lo spostamento, l’elaborazione, l’inserimento, la trasformazione, il routing degli eventi in tempo reale e la compilazione di report. Offre una suite completa di servizi, tra cui Ingegneria dei dati, Data Factory, Data Science, Analisi in tempo reale, Data Warehouse e Database.
Satya Nadella – CEO di Microsoft – lo ha definito come il più importante lancio di un prodotto dati da parte di Microsoft fin dai tempi di SQL Server ed è su questa suite che i moderni BI-isti stanno convergendo.
Microsoft Fabric è a tutti gli effetti un insieme di prodotti (un “umbrella product”); al suo interno possiamo trovare diversi Workload, che rispondono ad esigenze differenti e per la cui implementazione è necessaria la padronanza di linguaggi diversi. All’interno dei vari workload è possibile lavorare, per esempio, in T-SQL, DAX, M, KQL, SparkSQL, R, e Pyspark.
Microsoft Fabric può essere considerato come un universo al cui interno esistono sistemi complessi e molto diversi fra loro, “che solo un team può padroneggiare nella sua interezza”.
Tutte queste tecnologie in una sola piattaforma sono sicuramente sfidanti, ma rappresentano un punto di forza quando si può semplificare notevolmente le architetture e le software selection, puntando su un unico “all-in-one”.
Community
Quello che abbiamo voluto definire come “il moderno BI-ista” ha davanti a sé un percorso forse un po’ tortuoso, fatto di molte sfide e cambiamenti continui, ma non deve dimenticarsi di non essere solo. Le community che ruotano attorno al mondo dati non sono mai state così attive e seguite.
Gli User Group come UGISS e Power BI User Group Italy aggregano professionisti da tutto il mondo e forniscono spunti di condivisione sui problemi di oggi e le sfide di domani.
Noi di Lucient Italia siamo pronti a supportarti non solo come consulenti, ma come parte attiva di molte community. Promuoviamo la continua formazione e sviluppo personale come uno dei valori fondanti la nostra realtà di business.